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PEETA

Manuel di RitaManuel di Rita, cresciuto in una cittadina della provincia di Venezia, si fa conoscere dal principio degli anni ’90 nella scena italiana del writing, sotto lo pseudonimo di Peeta. La sua evoluzione si concretizza nella finale elaborazione di uno stile che prende spunto dalla scultura e dal design industriale e giunge ad una personale esecuzione della pittura 30. “Nei miei lavori, cerco di esprimere  le qualità plastiche delle singole lettere, nel particolare, di quelle che compongono il mio pseudonimo Peeta, allontanandole così dalla loro forma tipo grafica tradizionale, al di là della loro mera funzione semantica e Trasportandole nella fluida realtà urbana, in cui le parole si al lontanano dalla loro storia e acquisiscono nuovi significati all’interno di un codice insegnato dalla strada. Il risultato finale derivato dalla fusione tra lettering puro e stile tridimensionale è la creazione di un ordine modulare, un equilibrio compositivo visualmente ritmato.
La scultura, per natura intrinseca, risulta fondamentale da questo punto di vista: rappresenta una possibilità di contatto diretto con la tridimensionalità e, quindi, una fonte di studio al fine di migliorare la comprensione delle forme e del rapporto della luce con le superfici, in vista della creazione di nuovi pezzi. Oltre la continua ricerca di un perfezionamento tecnico e for male, la fisicità della pittura in 3d nasconde un lato fortemente spirituale. Sfumature di colore, disallineamenti, giochi percetti vi sono alla base di un progressivo svelamento della mia personalità, della volontà di trasmettere un messaggio, di comprendermi e raccontarmi e già la scelta di rappresentare e reiterare il mio pseudonimo esprime il tentativo di autoritrarmi.
Le mie opere vogliono svelare l’ingannevolezza della percezione umana, la fallacità di punti di vista fissi o ristretti attraverso giochi ottici che, partendo dal tentativo di dare una parvenza tridimensionale  ad  una  rappresentazione  pittorica,  finiscono per voler svelare la loro capacità di ingannare.”
Growing up in a small town in Venice province, Manual di Rita achieved fame in the early 1990s on the Italian writing scene under the pseudonym Peeta. His evolution culminated in the final elaboration of a style inspired by sculpture and industrial design achieving personal completion of Pittura 30. “In my work I try to express the sculptural qualities of the individual letters and in particular those making up my pseudonym Peeta thus moving away from their traditional graphic type forms, beyond their mere semantic function and transporting them into fluid urban reality in which words distance themselves from their histories and acquire new meanings within a taught street code. The final result deriving from the fusion between pure lettering and three dimensional style is the creation of a modular order, a visually rhythmic compositional equilibrium.
Sculpture is intrinsic in nature and thus fundamental from this point of view representing a potential for direct contact with three dimensionality and thus a source of study for the purpose of improving our understanding of form and the relationship of light with surfaces in view of the creation of new pieces.
Beyond continual search for technical and formal perfection, the physical nature of 3D painting conceals a powerfully spiritual side. Colour nuances, misalignments, perceptional games – these are the basis of a progressive revealing of my personality, the desire to transmit a message, to understand myself and tell my story and the very choice to represent and reiterate my pseudonym is an expression of an attempt at self-portraiture.
My work attempts to reveal the illusory nature of human perception, the fallacious nature of fixed or limited points of view by means of optical tricks which start from an attempt to give a three dimensional appearance to painting representations and end up wanting to reveal their capacity to trick”.

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